lunedì 18 luglio 2011

...Ma all'interno di quel centimentro siamo liberi...


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Questa lettera ha fatto sorgere in me alcune considerazioni, specificatamente sulla sincerità e sull'onestà; poiché vi sono molte persone che si autodichiarano schiette e sincere, senza peli sulla lingua. Ma non è possibile essere completamente sinceri.Pensateci. Non c'è bisogno che Erving Goffman ci spieghi i rituali per salvare la faccia (la nostra e quella altrui) per capire che nella vita di tutti i giorni non sia possibile una verità radicale. Punto primo perchè esistono quell'insieme di regole non scritte per cui bisogno preservare almeno in minima parte l'amor proprio dell'individuo che ci sta di fronte e se proprio si è nella condizione di dire quello che si pensa è sempre necessario trovare "le parole giuste" o "indorare la pillola", come si suol dire. Tanto è vero che chi è completamente sincero viene considerato un individuo sgradevole ed emarginato. Facciamo un esempio: se vedo un mia amica con i capelli sparati e la ceretta venuta male, non ho la possibilità di dirle:
-Ehi!Hai fatto a botte con il parrucchiere? E vedo che nemmeno l'estetista ha una grande stima di te!- Non si può senza mortificare la persona. Ed ecco che il limite tra la verità e il rispetto altrui è sempre a scapito della prima e a vantaggio del secondo.
Ma, quindi, dove rimane il nostro centimetro di onestà? Lasciando da parte i giudizi estetici e morali sul nostro interlocutore, che, diciamolo, non sono così importanti, rimangono tutte quelle cose da dire che sono fondamentali per costruire la fiducia con l'altro.
Io penso e credo che bisogna essere il più possibile sinceri con gli altri (per quanto il buon costume ce lo consente) e al 99% onesti con noi stessi. Dico il 99% perché non bisogna "raccontarsela", inventare storie sulla nostra vita, obiettivi, amicizie e amori. E' deleterio oltreché inutile perché si finisce per vivere in una realtà parallela dove tutto è come vorremmo e i problemi non ci toccano. E mi lascio quell'1% di fantasia, perché altrimenti la sera non riuscirei ad addormentarmi senza la speranza che alcune cose della mia vita combino e quindi sì, immagino come potrebbe essere e quell'1% di illusione mi rende felice.
Quindi diffidate, diffidate amici da quelli che si professano sinceri al 100%, perché non è possibile e soprattutto, molto probabilmente sono meno sinceri di voi!

Buon lunedì mattina!
Spero di aver offerto un piccolo spunto di riflessione
bisous
M.

domenica 17 luglio 2011

27 giugno.


Nadia giocava con i bottoni della camicia di B. la notte stellata sembrava sussurrare, e i loro sorrisi avevano voce. Le loro labbra si incontrarono naturalmente. Lui le si avvicinò con un passo, le sfiorò il viso e la baciò. Nadia non credeva possibile che si potesse essere tanto felici tutto in un istante, non credeva che un bacio così delicato potesse essere invece così forte da incastonare, incatenare, imprigionare l’essenza di lui in un posto dentro di lei che non avrebbe più abbandonato. Lo respirò per la prima volta.

Respirarti è una vibrazione indescrivibile.

Ed era come se respirasse per la prima volta qualcuno, era come se non avesse mai amato prima.

Il tocco leggero ma deciso.

Quella notte ballarono. Anzi, a dire il vero, lui ballò, lei aveva solo osservato da lontano, ma dovunque fossero, in quelle stanze, non vi erano altri occhi da guardare, altre voci da ascoltare se non le loro. Il contorno era superfluo, lo sapevano entrambi, ma fingevano, come si fa in queste occasioni, che tutto fosse casuale, ancora da decidere, insicuro, un’eventualità e non una certezza. I giochi di finzione, le consapevolezze celate, i balzi al cuore, le aspettative invalicabili è questo quello che rende l’inizio di ogni storia così impagabilmente romantica.

Ci si perde camminando, ma l’inizio è sempre grandioso.

Nostalgia, nostalgia canaglia!

Autobiografismo dilettantistico a manetta.

M.