martedì 2 luglio 2013

Guastato dall'amore

La mia recensione su L'Indice dei libri del mese
http://www.lindiceonline.com/index.php/l-indice/63-l-indice/luglio-agosto-2013/919-un-oca-per-amica


Ugo Riccarelli
L’AMORE GRAFFIA IL MONDO
pp. 219, € 19, Mondadori, Milano 2012
Ugo Riccarelli, vincitore del premio Strega 2004, nel suo ultimo romanzo L’amore graffia il mondo offre uno spaccato di vita: non solo rende il lettore spettatore della crescita e della costruzione della persona che è Signorina, protagonista del romanzo; ma dipinge anche un quadro dell’Italia durante il fascismo e poi nella devastazione dei bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. È un ritratto di un piccolo paese del Sud completamente rivoltato e strappato dalla sua quiete monotona: “Corse Signorina, corse in mezzo agli scoppi col sangue che le rigava le gambe e le bombe che cadevano […] bombe che scendevano a spianare la stazione e a sfondare le case, a distruggere le cucine, i salotti, i bagni, le camere da letto e gli ingressi, ad aprire con maleducazione gli armadi e a gettare all’aria senza alcun ritegno vestiti e cappotti […] e tutto quanto adesso si mischiava con i mattoni sbrecciati e i calcinacci, in un mucchio di rovine che fino a poco prima erano state le loro vite”. In queste poche righe Riccarelli testimonia che cos’è stata la guerra in un piccolo paese e, nello stesso tempo, racconta le sorti della giovane Signorina, che proprio in quella notte era diventata una donna. Il paese dove Signorina e la sua famiglia abitano deve la propria ripresa economica alla stazione, che aveva portato nuovi turisti in visita delle terme per cui era rinomata. Delmo, il padre della protagonista, è il capo-treno e decide di dare questo nome alla sua ultima figlia in onore di una locomotiva che per lui possiede l’eleganza e la regalità che vorrebbe per la figlia.
Con una voce narrante che riproduce il dialetto e sembra quella di un osservatore silenzioso appartenente alla comunità, viene descritta una ragazzina introversa che cerca di ritagliarsi un posto in quell’ambiente culturale e in una situazione familiare oppressiva. Il padre e la madre le fanno pesare sulle spalle la responsabilità di renderli orgogliosi, in quanto sua sorella maggiore Ada aveva macchiato la reputazione della famiglia dormendo insieme a Mario, un fascistoide testa calda disprezzato dal padre, prima del matrimonio. Signorina vive insomma in una realtà soffocante e retrograda in cui non ha amici ad eccezione di Armida, un’oca che è diventata la compagna di giochi sua e dei suoi fratelli e che ha un legame speciale con la ragazzina. Due eventi nella vita di Signorina la sconvolgono e fanno emergere una passione che le divorerà l’esistenza, nonostante ad un certo punto lei debba rinunciarvi per l’amore del marito e del figlio: in primo luogo si ha l’incontro di Signorina con un uomo strambo e con gli occhi a mandorla che le regala un modellino per un abito per la sua bambola, e in secondo luogo la possibilità di frequentare un corso di cucito con la signorina Mei. Questi due eventi le fanno capire di avere una particolare inclinazione per la sartoria e per l’ideazione di modelli di vestiti originali. Purtroppo però, la sua vita comincia a prendere una piega sempre più difficile e angosciosa: i problemi economici all’inizio, la malattia del figlio alla fine, saranno un carico troppo pesante da poter essere portato da una persona sola.
Riccarelli utilizza spesso un linguaggio lirico che si distacca dalla semplicità e linearità usuale della sua prosa, e abbandona anche i dialettismi, per descrivere alcuni attimi struggenti. Questi sprazzi non sono sempre riusciti e risultano un po’ forzati rispetto alla verità corposa della ricostruzione storica e della descrizione psicologica dei personaggi. Talvolta, invece, impreziosiscono la narrazione, come nel brano finale. “Lo trovò a casa, sul divano che dormiva, e allora gli si mise accanto e cercò inutilmente di ricacciare in gola il boccone d’amore che ancora una volta voleva uscire da lei, per spiegargli col linguaggio assurdo dei sogni quello che aveva appena capito, togliendosi con un gesto lento l’orribile camicia da notte che le avevano messo in ospedale. Per mostrargli il suo corpo nudo, graffiato, sanguinante. Guastato dall’amore”.