E poi, d'un tratto, ho sentito che non ero più innamorata di te.
Ma non nel senso che mi sei indifferente, nel senso che nom sento più che mi scomponi.
In passato, avevi acceso in me ogni emozione umana contemplabile. Dall'ossessione, all'amore romantico, all'odio, la rabbia, la paura, la tristezza, la felicità, l'estasi. Tutto quanto.
E poi, attraversando il lutto di quello che poteva essere, ho lasciato andare tutto.
Hai stravolto talmente tanti piani della mia esistenza che, alla fine, sento che niente può più scompormi.
Non so se sia zen o pace apparente. Ma la sento vera, in ogni fibra del mio essere.
Sento che non mi aspetto nulla, che non ho bisogno di te, che mi fa piacere la nostra connessione, ma non smuove più i mari e i monti. Mi lascia tranquilla, serena. Una serenità incrollabile, invincibile.
Mi aspettavo pianti disperati con un tuo contatto, invece nulla. La pace.
È come se d'un tratto, vedessi tutto chiaramente. Sei dentro e non fuori. Lo sei sempre stato. Sei anche fuori, ma il fuori era la parte perturbante.
È come se adesso fossi espansa come un mare, che tutto accoglie, imperturbabile.
Il tuo pensiero aleggia, perché sei qui, ma non mi trascina, non mi distrae. Probabilmente la prova successiva sarà sentirmi così anche in tua presenza. Insomma, lo vedremo.
È come se mi fossi risvegliata da un incubo. E dicessi e be'? Ma che era quel dramma. Tutto è perfetto cosi, perché volere altro? Sto così bene. Si certo è bello avere un compagno di vita, ma pure se non l'ho, ho una grande pace. Una grande serenità.
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