Spleen...Sì il mio caro Baudelaire sarebbe davvero orgoglioso di me questa sera.
Mancanza infinita di qualcosa. Non riesco a capire di che cosa, prendo delle immagini a caso nella mia mente e le accosto alla mia per capire se colmano questa mancanza, ma nessuna combacia completamente: il pittore, il ragazzo con gli occhi nocciola e oro, il padre di josephine, nessuno dei tre colma l'immagine, forse tutti insieme. Così suona male lo ammetto.
La fatidica domanda: ma perchè lo amavi?
E io che non so rispondere, mi trovo a dire perchè stavamo così bene. Ma poi cosa c'era in comune, niente. Mi accorgo che mi innamoro delle immagini che le persone trasmettono e trasferisco tutt'inotrno a loro, creando la parvenza di un'esistenza alla quale forse vorrei assomigliare. Ma la verità è che non so chi sono io, e quindi non posso capire con chi sto veramente bene. Ed è anche per questo che mi trovo bene con quasi tutti e potenzialmente potrei amare qualsiasi uomo di bell'aspetto.
Eppure mi sono innamorata di due persone ben precise. E a chiedermi il perchè, rimango senza parole, non lo capisco e questo non ha senso.
Non c'è niente di razionale in me, vago cieca seguendo solo quello che provo, e senza razionalizzare niente. Mi butto a capofitto senza analisi delle conseguenze, ma cosa sono?
Un animale? No una ragzzina. Tutto qui. Una ragazzina che si è trovata davanti ad un manichino e si è innamorata dell'effetto che fa il suo vestito, e forse per un attimo ho creduto che solo starci vicno mi avrebbe fatto sembrare bella come lui.
Che concetti complicati Marì.
Ecco forse ho capito cosa mi manca. Mi manca Maria, non l'ho mai conosciuta veramente, non lo mai amata così tanto, eppure sta simpatica ad alcuni. Non le ho mai prestato molta attenzione, l'ho buttata in prima linea a combattere battaglie che forse non avrebbe voluto vivere.
Una cosa sola so di lei, le piace scrivere e le viene anche bene (modestamente) il resto è un mistero. Mi illudo di sapere chi sono, ma forse sono solo chi mi conviene nel momento che mi conviene. Questo è un pensiero che ho già formulato, ed è spaventoso come la mia personalità possa cambiare rispetto alla persona che ho di fronte.
Il mio problema è che capisco le persone, le capisco all'istante e semplicemente dico quello che vorrebbero sentirsi dire, e rimangono affascianati da una persona che esiste solo per loro. Nemmeno chi dice di conoscermi del tutto in realtà riesce a cogliermi. Nemmeno la mia persona riesce a farlo. Il motivo è semplicemente che non so chi sono, non posso pretendere che qualcuno al di fuori di me possa capirlo.
Questa confessione così sfacciata e forte forse serve solo a me, a farmi perdere il sonno per qualche settimana e orgnaizzare qualche viaggio di ricerca spirituale. A voi spaventerà e forse mi guarderete con occhi diversi da ora, ma qualcuno sa che sono una persona molto sincera, e quindi una volta realizzata questa parte oscura del mio essere, l'ho esternata.
Ed è questo non conoscere me stessa che mi porta a rispecchiarmi negli altri, e diventano una dolce dipendenza, uno specchio in cui riconoscersi senza provare smarrimento. In loro mi ritrovo. Non ho mai riconosciuto me stessa. Non ho mai vissuto serena e realmente con la mia immagine negli occhi. C'era sempre qualcuno da dimenticare, qualcuno da amare, qualcuno di cui essere ossessionata. E io? Io dove sono stata tutto questo tempo?
Tra le fessure della mia esistenza, troppo spaventava per vivere con la mia faccia, e ne prendevo in prestito qualcuna al mal capitato che si trovava a darmi troppa corda. And it's funny, because it's true.
Sempre nascosta, sempre a gurdare con gli occhi del mio amato, a sentire quello che sentiva lui, prendere possesso della sua vita, dei suoi gusti, per sino dei suoi amici. E' terribile, ma credo sia vero. Per la prima volta mi ritrovo a prendere coscienza di non essere mai stata pienamente io. Un po' perchè non sapevo chi fossi, un po' inconsapevolmente. Ecco perchè non riesco ad accettare la fine delle storie. E' come se a ogni fine dovessi abbandonare il rifugio da me stessa. Ad ogni fine perdo il senso della mia vita, perchè è come se non ne avessi una. A parte la scrittura, io non ho niente, non sono niente.
Vivo nelle persone, attraverso le persone, a scapito della mia felicità.
Non so come salutarvi sta sera....
Marì
Mancanza infinita di qualcosa. Non riesco a capire di che cosa, prendo delle immagini a caso nella mia mente e le accosto alla mia per capire se colmano questa mancanza, ma nessuna combacia completamente: il pittore, il ragazzo con gli occhi nocciola e oro, il padre di josephine, nessuno dei tre colma l'immagine, forse tutti insieme. Così suona male lo ammetto.
La fatidica domanda: ma perchè lo amavi?
E io che non so rispondere, mi trovo a dire perchè stavamo così bene. Ma poi cosa c'era in comune, niente. Mi accorgo che mi innamoro delle immagini che le persone trasmettono e trasferisco tutt'inotrno a loro, creando la parvenza di un'esistenza alla quale forse vorrei assomigliare. Ma la verità è che non so chi sono io, e quindi non posso capire con chi sto veramente bene. Ed è anche per questo che mi trovo bene con quasi tutti e potenzialmente potrei amare qualsiasi uomo di bell'aspetto.
Eppure mi sono innamorata di due persone ben precise. E a chiedermi il perchè, rimango senza parole, non lo capisco e questo non ha senso.
Non c'è niente di razionale in me, vago cieca seguendo solo quello che provo, e senza razionalizzare niente. Mi butto a capofitto senza analisi delle conseguenze, ma cosa sono?
Un animale? No una ragzzina. Tutto qui. Una ragazzina che si è trovata davanti ad un manichino e si è innamorata dell'effetto che fa il suo vestito, e forse per un attimo ho creduto che solo starci vicno mi avrebbe fatto sembrare bella come lui.
Che concetti complicati Marì.
Ecco forse ho capito cosa mi manca. Mi manca Maria, non l'ho mai conosciuta veramente, non lo mai amata così tanto, eppure sta simpatica ad alcuni. Non le ho mai prestato molta attenzione, l'ho buttata in prima linea a combattere battaglie che forse non avrebbe voluto vivere.
Una cosa sola so di lei, le piace scrivere e le viene anche bene (modestamente) il resto è un mistero. Mi illudo di sapere chi sono, ma forse sono solo chi mi conviene nel momento che mi conviene. Questo è un pensiero che ho già formulato, ed è spaventoso come la mia personalità possa cambiare rispetto alla persona che ho di fronte.
Il mio problema è che capisco le persone, le capisco all'istante e semplicemente dico quello che vorrebbero sentirsi dire, e rimangono affascianati da una persona che esiste solo per loro. Nemmeno chi dice di conoscermi del tutto in realtà riesce a cogliermi. Nemmeno la mia persona riesce a farlo. Il motivo è semplicemente che non so chi sono, non posso pretendere che qualcuno al di fuori di me possa capirlo.
Questa confessione così sfacciata e forte forse serve solo a me, a farmi perdere il sonno per qualche settimana e orgnaizzare qualche viaggio di ricerca spirituale. A voi spaventerà e forse mi guarderete con occhi diversi da ora, ma qualcuno sa che sono una persona molto sincera, e quindi una volta realizzata questa parte oscura del mio essere, l'ho esternata.
Ed è questo non conoscere me stessa che mi porta a rispecchiarmi negli altri, e diventano una dolce dipendenza, uno specchio in cui riconoscersi senza provare smarrimento. In loro mi ritrovo. Non ho mai riconosciuto me stessa. Non ho mai vissuto serena e realmente con la mia immagine negli occhi. C'era sempre qualcuno da dimenticare, qualcuno da amare, qualcuno di cui essere ossessionata. E io? Io dove sono stata tutto questo tempo?
Tra le fessure della mia esistenza, troppo spaventava per vivere con la mia faccia, e ne prendevo in prestito qualcuna al mal capitato che si trovava a darmi troppa corda. And it's funny, because it's true.
Sempre nascosta, sempre a gurdare con gli occhi del mio amato, a sentire quello che sentiva lui, prendere possesso della sua vita, dei suoi gusti, per sino dei suoi amici. E' terribile, ma credo sia vero. Per la prima volta mi ritrovo a prendere coscienza di non essere mai stata pienamente io. Un po' perchè non sapevo chi fossi, un po' inconsapevolmente. Ecco perchè non riesco ad accettare la fine delle storie. E' come se a ogni fine dovessi abbandonare il rifugio da me stessa. Ad ogni fine perdo il senso della mia vita, perchè è come se non ne avessi una. A parte la scrittura, io non ho niente, non sono niente.
Vivo nelle persone, attraverso le persone, a scapito della mia felicità.
Non so come salutarvi sta sera....
Marì