domenica 30 maggio 2010

Lui

E poi c'era lui...E non mi ha mai amata...

Nothing to say

sabato 29 maggio 2010

Love letter


Buongiorno lettori!!!

Oggi ho una proposta diversa dal solito. Per il mio libro, mi serve scrivere una lettera d'amore dalla protagonista ad uno dei personaggi. La storia è molto complicata, ma quello che serve sapere è che in nessun modo posso stare insieme. La sto scrivendo, ma mi piacerebbe prendere spunti da altre persone, quindi se avete voglia di mettervi in gioco, potete lasciarmi dei commenti con alcune idee per questa lettera, anche solo brevi frasi.

Quando l'avrò scritta, la pubblicherò in anteprima qui sul blog. E' l'unica parte del romanzo che pubblicherò prima del tempo!


Grazie in anticipo

Marì

mercoledì 26 maggio 2010

Ti incontrerò alla brezza della sera


E' una poesia che ho scritto due anni fa...leggermente modificata


Osservo il volo delle rondini


Si poggiano sul mare di sensazioni


E allargano cerchi di silenzio


Che nell’anima pace infondono


E nel cuore tempesta agitano


Le grida del silenzio mi incutono


Un terrore celato e nascosto


Un palpitante fremito d’azione


Dietro ad una maschera limpida


L’anima canta sulle urla del cuore


E capii d’amarti dal vento


Distrugge ma da forza di costruire


Ti amai come il sole che da lungi


Mi osserva,illumina e scalda


Mi fusi in te come gabbiano


Nella purpurea malinconia della sera


E capii di amarti nel sogno


Di fragranti risate puerili


Come il profumo che’l passato rimembra


E ti coglie nel colpevole giorno


Ricordando il buio del cuore


E capii di amarti dall’immagine


Della libertà del mio amore


E del tuo corpo che è svanito


Un palpitare d’ali di farfalla


Il tuo seguito è magia e vita


Rumore di un battito di ciglia


E capii di amarti da sola


Udendo il pesante tonfo di gocce


Dalle finestre nella realtà


Alle camere della dimenticanza


E capii d’amarti dal suono


Del suo sorriso sulla mia pelle


Se continuerò a vagare per valli


Se volerò su posti che parlano


Di te e di me


Semmai ti arriverà il mio pensiero


Sappi che ti aspetterò e ti


Incontrerò alla brezza della sera...

venerdì 21 maggio 2010

Il Ragazzo e la Ballerina

Questa piccola storia èstata creata dalla mia mente ascoltando "Aria" di Giovanni Allevi, quindi è così che dovete leggerla,ascoltando questo brano. I movimenti della narrazione sono strettamente legati all'andamento delle note.Perfavore ascoltatela, leggetela e vivetela così...Grazie



Il Ragazzo e la Ballerina



Una ballerina volteggiava sopra ad una trave a strapiombo su una strada desolata. Da lì riusciva a vedere l'infinito pezzo d'asfalto che il guardrail divideva da un dirupo fatto di sassi, terra e piccoli arbusti verdi. Sotto di esso una piccola spiaggia corniciava l'oceano da qualche parte a Sud del mondo.

D'improvviso vide correre la figura di una ragazzo con un paio di jeans e una felpa grigia.Il ragazzo appoggiò la sua testa riccioluta sulle braccia incrociate a ridosso del guardrail.Dopo poco si mosse e scavalcò la recinzione e a fatica raggiunse la spiaggia.

Solo il silenzio del mare avvolgeva i suoi pensieri tristi e sconclusionati. Poi si accorse che l'ombra di una grotta dietro di lui, lo stava osservando. Incuriosito si avvicinò ad essa.

Quando la ballerina vide il ragazzo scomparire dentro la grotta decise di abbandonare la sua trave, ma lasciò le sue scarpette per essere sicura di ricordarsi di tornare indietro a riprenderle. Raggiunse il ragazzo che camminava lentamente nell'acqua bassa della grotta.

-ciao!- disse allora il giovane.

-ciao..-. Sul muro della grotta trovarono una rete verde consunta dal sale marino e dal tempo, la vollero tirare fuori dalla grotta, quindi la trascinarono piano piano sulla sabbia bianchissima e farinosa; tra le maglie della rete vi erano incastonate delle conchiglie bianche e rosa, di quelle che ricordavano vagamente le torri dei castelli sul mare.

La ballerina ne prese una fra le mani e ne scoprì il contenuto: vi era un piccolo pezzetto di carta da cucina semi trasparente. Sopra c'era scritta una storia come questa che sto raccontando. Scoprirono tutti i biglietti, e trovarono poesie pensieri e messaggi mai recapitati.

Il ragazzo prese la sua polaroid dallo zaino e scattò una foto di loro due.
Scrissero il loro messaggio dietro la foto e appesero la conchiglia tra le altre nella rete.Poi si presero per mano e cominciarono una danza su una musica che solo loro potevano udire, danzavano e volando tra le nuvole di quella giornata, caddero in una canoa abbandonata, montarono sù e navigarono fino al primo pezzo di terra che incontrarono.

Quando arrivarono al loro isolotto, accesero un falò, prepararono la cena e allestirono una capanna.

Trascorsero così gli anni, nacquero due figli:Elie e John. Ma purtroppo una di quelle notti il ragazzo e la ballerina vennero accarezzati da un sonno che non smise mai più di cullarli tra le sue braccia.

Quel giorno Elie e John piansero stretti in un abbraccio che poteva contenere il mondo intero, quando le onde del mare abbandonarono sulla loro spiaggia una conchiglia azzurra e rosa bellissima. Elie la tastò e trovò al suo interno una foto. Erano mamma e papà. Sorrise genuinamente mentre leggeva il messaggio che avevano lasciato.

I due fratelli spolverarono dall'usura del tempo la vecchia canoa, vi montarono sopra e navigarono finché raggiunsero la terra ferma. Lì trovarono la vecchia rete incastrata in una roccia sulla spiaggia, allora appesero la conchiglia nell'unico spazio rimasto libero tra le altre conchiglie.

John mise in spalla lo zaino abbandonato sulla spiaggia e cominciò lentamente a risalire la strada , camminando verso l'orizzonte basso e lontano.

Elie, invece, si arrampicò sulla vecchia trave, indossò le scarpette appese alla sua estremità e cominciò a volteggiare tenendo lo sguardo sulla figura del fratello che si allontanva, sempre più piccolo, fino a sembrare un puntino nero su un foglio grigio.


..."Il vento ha portato qui le nostre vite e qui ritorneremo al termine del nostro viaggio. Il Ragazzo e la Ballerina"...


La conchiglia azzura e rosa risplendeva al sole più di tutte le altre, estremamente soddisfatta di aver portato a termine il suo compito.
Maria Cozzupoli

lunedì 10 maggio 2010

Euforia del mio mestiere...


Grassetto
Credo di non aver scritto io il mio libro per intero. Perché le idee sono arrivate come proiettili provenienti da fonte incerta che hanno incendiato la mia mente di spunti, poi parole incontenibili sono sgorgate come sangue dalla mia bocca, solo in un secondo momento ho rivisto tutto, ma ne sono certa c’è una parte dentro di me che è un essere separato, probabilmente geniale, a volte riesce a comunicare con me e mi suggerisce quello che mi serve per proseguire.


E quando questi proiettili mi colpiscono trafiggendomi, gli occhi mi si svuotano e non vedo più niente, non sento più niente, rimango incollata a quell’idea con la folle paura che possa sparire da lì a pochi istanti se non la imprimo su di un foglio immacolato e reduce del mio entusiasmo che rischia di divorare tutto quello che ha intorno.


Vivo imprigionata nei miei simboli. Tutto quello che scrivo nelle mie piene capacità mentali non è altro che la razionalizzazione dei miei pensieri astratti e senza logica che vorrebbero restare così senza che nessuno ci mettesse le mani sopra. Scrivo e scrivo, a volte sono solo stronzate senza senso, ma diventa una dipendenza dalla quale è difficile uscire,mi sento così legata a quello che scrivo, che lo accudisco come un bambino in fasce correggendone gli errori. Mi capita persino di sentirmi gelosa degli occhi altrui che rubano le mie parole così confusamente sensate da essere apprezzate. Inspiegabilmente vorrei poter essere l’unica posseditrice del segreto della mia essenza.


Razionalmente non sono in grado di mettere insieme un’idea sensata, ma poi arrivano questi momenti mistici in cui tutto sembra essere stato illuminato dai riflettori fino a quel momento rimasti spenti sulla scena che mi mancava per concludere la mia storia.
Ed è una sensazione di euforia impossibile da contenere non la stanchezza non la fame né la sete riescono a distrarti:tu sei quello che scrivi, e quello che scrivi era in te, solo che non riuscivi a vederlo fin a quell’istante.


… Evanescente … Forse qui, forse no


Marì

venerdì 7 maggio 2010

L'aquila


Una volta un'aquila volava su di un mare la cui calma piatta lo faceva sembrare un'immagine rubata ad un quadro.Volava e nel suo volo tagliava la brezza leggera della primavera fondendosi con la purpurea densità del tramonto.I profumi che giungevano dal suolo erano rimasugli di vita in corso di svolgimento.
Sorrisi e carezze di ragazzi che costruivano pezzi di storia.
Poi raggiunse un lido in cui il cielo sempre più scuro incominciava a portare i nuvoloni carichi di saette bianche come il sorriso di L mentre stringeva a sè il corpo di Maria lì sulla spiaggia.
Il vento sembrava volerseli portare via, ma lui fermo nei piedi scalzi affondati nella spiaggia morbida, continuava a sorridere,con quello sguardo la cui luncentezza era resa più vivida da quella strana luce che filtrava le nubi.Un azzurrro così intenso da valicare la voglia di correre al riparo che avrebbe avuto Maria in un altro momento, non fosse che la pioggia che le incollava i capelli al viso non faceva altro che accuire la voglia di stringerlo più forte a sè.
...Maria avrebbe voluto che le cose fossero andate così...Accovacciata su una sedia sdraio per la piscina, giocherella con l'ebra verdissima del parto, mentre pensieri come questi trottano senza sosta e senza logica nella parte interna dei suoi occhi,
E' maggio sì, ma L non c'è, ed è lì da sola a cercare di vivere senza sentire il peso della solitudine...
Una farfalla azzurra le si poggia sulla spalla, un passo e via una nuova storia da scrivere e da raccontare.

Maria Cozzupoli
ps.L è una lettera presa a caso...non ci sono congetture dietro ;)

Real life


...Non sono sparita...

Le mie dita continuano a tamburellare su di un testo ancora oscuro ai vostri occhi.Semplicemente mi trovo in una fase di calma piatta in cui le sensazioni che sto vivendo non generano pensieri tanto belli da essere condivisi con altri.

Si può dire che almeno ad punto sono arrivata, cioè quello di iniziare a vivere di più fra i mortali, e un pò meno nel mio mondo immaginario, dove tutto è più bello,ma niente è reale.

Vivo questa mia vita come avvolta dal flusso di vite intorno a me.

Tanti microcosmi avvolti in bolle di ceramica che sono rivolti al mondo senza accorgersi che tutto quello che vivono, dicono o sentono, sono in grado solo loro di capirlo.Sono come richiusi in se stessi, ma senza esserne consapevoli.

Vedo questi mondi nel loro essere presente,passato, e prototipo di futuro, senza che essi riescano realmente a vedere me.

Ok è un pensiero un pò complicato ma ci sto lavorando da un pò di tempo.Lascio solo questo frammento,abbastanza breve da meritare l'attenzione di Aldo ;)


A tempi più carichi di significato...

L'indaffarata Marì