Il tuo silenzio ha le lame, ha i denti. Mi graffia. Mi strozza lo stomaco. Mi comprime le viscere, mi chiude la gola. Come se fosse una presenza corporea, che mi prende alla sprovvista, da dietro. E mi soffoca. Mi mette in testa pensieri catastrofici. Mi disorienta.
Il tuo silenzio è assordante. Lo vedo ovunque. Mi segue, mi parla all'orecchio mentre ascolto la musica, guardo dei video, o monto un mobiletto del bagno. Mi insegue per strada e nelle stanze. Si sdraia accanto a me nel letto. L’unico modo per farlo tacere è Scrivere, o ricordarmi di te e dei momenti insieme. Per quanto sia doloroso perché il viscido dubbio che non ci sia più niente, comincia strisciare su per la schiena, e a sussurrare all'orecchio.
Se ti parlassi e il tuo silenzio cessasse, siamo sicuri che quella presenza scomparisse? Forse dipende da come parli. Se sei chiuso nelle tue montagne o se sei qui accanto a me.
Chissà quando torni e se torni.
Vorrei solo abbracciarti.