Finalmente ho messo insieme i pezzi e ho visto il puzzle della mia vita nel suo insieme.
Cose, luoghi, incontri e persone: erano tutti sparsi, immersi nella mia vita e io ci sguazzavo in cerca di un ordine, ma non riuscivo a vederlo perché io stessa ero un pezzo di quel puzzle.
Mi chiedono spesso perché io sia buddista, questa è la ragione: il buddismo mi dà sempre una corda a cui aggrapparmi per tirarmi su e dall'alto osservare la mia vita da una prospettiva diversa. Attenzione, io non esco mai da me stessa: sono sempre i miei occhi che riescono, però, a vedere le cose da un punto di vista inedito, illuminato.
Mi tiro su dalle situazioni e riesco finalmente a coglierle nel loro insieme. Ho visto il fardello pesantissimo che mi stavo trascinando da anni, un fardello che trasportavo con estrema serietà e dedizione, come se fosse un qualcosa di inevitabile: l'assoluta legge Kantiana.
L'ho visto in modo molto chiaro: era fatto di relazioni pericolose, malate, di narcisisti perversi, dolore profondo e una buona dose di senso di colpa. Praticando il buddismo mi sono resa conto che questo è il karma che mi appartiene dall'infinito passato. Un karma che però, adesso, ho deciso di sciogliere, di affrontare e di lasciare alle spalle.
La sensazione di libertà è totale, una presa di coscienza profonda, e non solo a livello cerebrale, di essere libera di trasformare la mia vita, di raggiungere l'inimmaginabile e realizzare ciò desidero profondamente.
So che questo non è il solito post ricco di struggimento e sofferenza, ma è giusto darvi una visione completamente diversa di me. Una me che finalmente si sente libera dalle catene dei sensi di colpa. Una me ritrovata, guarita e finalmente integra.
Vi terrò aggiornati sui passi successivi.
La ritrovata me,
NHRK
Marì
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