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Ugo Riccarelli
L’AMORE GRAFFIA IL MONDO
pp. 219, € 19, Mondadori, Milano 2012
Ugo Riccarelli, vincitore del premio Strega 2004, nel suo ultimo romanzo L’amore graffia il mondo
offre uno spaccato di vita: non solo rende il lettore spettatore della
crescita e della costruzione della persona che è Signorina, protagonista
del romanzo; ma dipinge anche un quadro dell’Italia durante il fascismo
e poi nella devastazione dei bombardamenti durante la Seconda Guerra
Mondiale. È un ritratto di un piccolo paese del Sud completamente
rivoltato e strappato dalla sua quiete monotona: “Corse Signorina, corse
in mezzo agli scoppi col sangue che le rigava le gambe e le bombe che
cadevano […] bombe che scendevano a spianare la stazione e a sfondare le
case, a distruggere le cucine, i salotti, i bagni, le camere da letto e
gli ingressi, ad aprire con maleducazione gli armadi e a gettare
all’aria senza alcun ritegno vestiti e cappotti […] e tutto quanto
adesso si mischiava con i mattoni sbrecciati e i calcinacci, in un
mucchio di rovine che fino a poco prima erano state le loro vite”. In
queste poche righe Riccarelli testimonia che cos’è stata la guerra in un
piccolo paese e, nello stesso tempo, racconta le sorti della giovane
Signorina, che proprio in quella notte era diventata una donna. Il paese
dove Signorina e la sua famiglia abitano deve la propria ripresa
economica alla stazione, che aveva portato nuovi turisti in visita delle
terme per cui era rinomata. Delmo, il padre della protagonista, è il
capo-treno e decide di dare questo nome alla sua ultima figlia in onore
di una locomotiva che per lui possiede l’eleganza e la regalità che
vorrebbe per la figlia.
Con una voce narrante che riproduce il
dialetto e sembra quella di un osservatore silenzioso appartenente alla
comunità, viene descritta una ragazzina introversa che cerca di
ritagliarsi un posto in quell’ambiente culturale e in una situazione
familiare oppressiva. Il padre e la madre le fanno pesare sulle spalle
la responsabilità di renderli orgogliosi, in quanto sua sorella maggiore
Ada aveva macchiato la reputazione della famiglia dormendo insieme a
Mario, un fascistoide testa calda disprezzato dal padre, prima del
matrimonio. Signorina vive insomma in una realtà soffocante e retrograda
in cui non ha amici ad eccezione di Armida, un’oca che è diventata la
compagna di giochi sua e dei suoi fratelli e che ha un legame speciale
con la ragazzina. Due eventi nella vita di Signorina la sconvolgono e
fanno emergere una passione che le divorerà l’esistenza, nonostante ad
un certo punto lei debba rinunciarvi per l’amore del marito e del
figlio: in primo luogo si ha l’incontro di Signorina con un uomo strambo
e con gli occhi a mandorla che le regala un modellino per un abito per
la sua bambola, e in secondo luogo la possibilità di frequentare un
corso di cucito con la signorina Mei. Questi due eventi le fanno capire
di avere una particolare inclinazione per la sartoria e per l’ideazione
di modelli di vestiti originali. Purtroppo però, la sua vita comincia a
prendere una piega sempre più difficile e angosciosa: i problemi
economici all’inizio, la malattia del figlio alla fine, saranno un
carico troppo pesante da poter essere portato da una persona sola.
Riccarelli utilizza spesso un linguaggio
lirico che si distacca dalla semplicità e linearità usuale della sua
prosa, e abbandona anche i dialettismi, per descrivere alcuni attimi
struggenti. Questi sprazzi non sono sempre riusciti e risultano un po’
forzati rispetto alla verità corposa della ricostruzione storica e della
descrizione psicologica dei personaggi. Talvolta, invece,
impreziosiscono la narrazione, come nel brano finale. “Lo trovò a casa,
sul divano che dormiva, e allora gli si mise accanto e cercò inutilmente
di ricacciare in gola il boccone d’amore che ancora una volta voleva
uscire da lei, per spiegargli col linguaggio assurdo dei sogni quello
che aveva appena capito, togliendosi con un gesto lento l’orribile
camicia da notte che le avevano messo in ospedale. Per mostrargli il suo
corpo nudo, graffiato, sanguinante. Guastato dall’amore”.
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