giovedì 19 settembre 2013

Alzare la testa alla violenza




Questa mattina ho letto un articolo di Davide De Luca, I veri numeri sul femminicidio, che mi ha indignata e non perché dica cose completamente sbagliate, ma perché opera una azione manipolatoria e fuorviante sull'endemico fenomeno del femminicidio.
Partendo dalla critica già fatta a questo articolo, ovvero che il femminicidio in antropologia è ben diverso dal femicidio, in quanto quest'ultimo concerne lo stadio estremo e ultimo di violenza sulla donna ovvero l'omicidio; mentre il femminicidio comprende tutti i tipi di violenza, discriminazione e persecuzione di una donna "in quanto donna", per violenza si intende sia quella fisica che quella psicologica. La definizione "In quanto donna" può sembrare sibillina e fuggevole, non chiara di comprensione. Voglio ovviare prontamente a questa difficoltà affermando che si definisce violenza di genere quella perpetrata da un uomo sulla donna perché in qualche modo questa fugge dal ruolo affibbiatole dalla nostra cultura basata sul patriarcato, oppure si picchia una donna perché nella nostra società un marito ha diritto quasi di proprietà sulla moglie, ma non è vero il contrario.
L'articolo citato afferma che il femicidio (uso qui il termine corretto) non sia un fenomeno che si possa definire di emergenza e che molti giornali strumentalizzino i femicidi per ricavarne titoli da prima pagina. Sul primo punto, ovviamente, non sono del tutto d'accordo. E' vero, secondo le statistiche i femicidi non sono in aumento, ma se consideriamo il fatto che la donna nella nostra cultura e in tutte le culture patriarcali viene sottomessa dagli albori della cultura, questo non si trasforma subitamente in un sopruso radicato nella nostra società, e quindi un cancro che è necessario debellare? Sono altresì d'accordo sul fatto che i FEMICIDI siano un fenomeno costante, ma parliamo dei femminicidi, invece, ovvero la violenza domestica, gli stupri, le violenze intrusive, le minacce. Vorrei ricordare al giornalista che dal rapporto Istat del 2007, sono state 74000 le donne a subire in Italia violenza sessuale nell'anno 2006, di cui il 94% non ha denunciato la violenza subita e di cui ancora, il 69% ha subito gli abusi da parte del partner.
Per cui è vero i femicidi non fanno notizia, ma la violenza di genere sì, ed è giusto che se ne parli. L'utilizzo improprio di dati per scrivere titoli da prima pagina e vendere molto di più è un giochetto noto, ed è esecrabile, ma se questi titoli servono almeno un po' a sensibilizzare la popolazione, non vedo quale sia il crimine.
Con questo non voglio assolutamente giustificare i media che tirano su polveroni su inezie, e inoltre credo fermamente che i giornali siano anch'essi stessi portatori della mentalità patriarcale. Infatti, quello che al giornalista sfugge è che questi numerosi titoloni non fanno altro che drammatizzare nel vero senso della parola i fatti accaduti, rendendo l'uomo che ha commesso l'omicidio come un eroe tragico e attirando su di lui una certa simpatia da parte del lettore.
Definendo questi omicidi come "passionli", infatti, si sottende che queste furie omicida non siano state premeditate e che fossero inevitabili per il "troppo amore" dell'uomo che non si fa una ragione di essere abbandonato. Se poi in tutto ciò l'uomo compie anche l'atto estremo di uccidersi, allora il pranzetto succulento su cui si scagliano i giornalisti per scrivere tragedie greche è servito!
Mio caro De Luca, quindi tutta questa emergenza per le donne non la vedo, io. Io vedo tentativi di drammatizzare la realtà, renderla quasi come una storia raccontata, lontana dal quotidiano e rassicurare noi tapini che questo tipo di vicende straordinarie accadano soltanto nelle meravigliose storie narrate dei giornali.
L'articolo di De Luca è fuorviante e sottende senza molti giri di parole che il femicidio non sia degno di essere descritto, che non vi sia alcun problema in merito. Ecco che il potente diniego delle istituzioni prende voce da un personaggio che crede di essere il più furbo a svelare le mirabolanti tecniche di vendita giornalistica.
Il signor De Luca si è reso vittima della nostra stessa società e, convinto di essere lui il baluardo della verità, non fa altro che portare avanti la manipolazione di massa che da secoli schiaccia la donna sotto il dito accusatore, giudice e violento dell'uomo.
Maria Cozzupoli


3 commenti:

  1. Il più classico degli artifizi e archetipi femministi:il vittimismo,inesauribile e costante.Niente di nuovo sotto il sole.Ma vai a remengo.

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  2. Bello vero? Facile, anche. Insultare nascosto dietro ad un anonimato! E oltre ciò, insultare senza motivare, asserire, creare motti che vi puliscano la coscienza! Spero che ora lei si senta meglio, perché la figura che fa è solo quella di un bambino indispettito senza argomenti per ribattere!

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